Alle sorgenti del Fugascé

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Sentiero del Fugascè  GPX

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Nome sentiero

Sentiero del Fugascè

Descrizione

L’itinerario “Alle Sorgenti del Fugascé” ha inizio in località Gagiada, all’incrocio tra via Podgora e viale delle Vittorie (Malnate), punto in cui il rio Fugascé viene tombato e così attraversa tutto il paese per gettarsi nell’Olona. L’area è caratterizzata ora dalla presenza di tre briglie che limitano i rischi legati alle piene.

Il sentiero segue l’andamento del rio, addentrandosi nel bosco di latifoglie che si estende senza interruzioni lungo tutto l’itinerario. A specie prettamente arbustive, quali la fusaggine (o berretta del preteEuonymus europaeus) che in autunno si ricopre di caratteristici frutti arancioni, racchiusi in una capsula rossastra (attenzione, sono velenosi!!), il biancospino (Crataegus sp.), dai fiori bianchi in primavera e ricco di pomi rossi in autunno (questi, invece, edibili e usati nelle marmellate), e il nocciolo (Corylus avellana), si accompagnano le prime specie arboree, come il castagno (Castanea sativa), le querce (Quercus sp.) e l’immancabile robinia (Robinia pseudoacacia).

Lo strato erbaceo attorno al sentiero in primavera si ricopre di flora nemorale, il bianco e delicato anemone dei boschi (Anemonoides nemorosa), le gialle primule (Primula vulgaris), la viola Pervinca (Vinca minor) e, poco più tardi, l’acetosella (Oxalis acetosella).

Anemone bianco (Anemonoides nemorosa)

Raggiunto il ponte degli Alpini, si intravedono tratti dell’opera di canalizzazione in pietra molera che portava l’acqua fino alla Tessitura Braghenti, al centro del paese, e al lavatoio di via Varese.

Alle sorgenti del fugascè
ponte degli alpini

Attraversato il ponte, il sentiero costeggia il rio lungo un filare di fusaggine e noccioli fino a raggiungere la Casetta dei Gamberi, ove l’acqua veniva captata e immessa nella canalizzazione e che faceva anche da trappola per il gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes), un tempo abbondante nelle acque del Fugascé.

Alle sorgenti del fugascè

I tanti rovi lungo il percorso, nella tarda estate, sono carichi di more. Guadato il corso del Fugascé, si sale fino alla Fontanella del Cop, una piccola sorgente in cui, per i contadini di un tempo, era abitudine dissetarsi.

Ancora oggi è possibile osservare il punto in cui l’acqua limpida sgorga dal terreno.

Alle sorgenti del fugascè
funtanela del cop

Qui si ha la possibilità di rilassarsi ascoltando le voci del bosco, regno indiscusso del picchio rosso (Dendrocopos major) e dello scoiattolo (Sciurus vulgaris), alla ricerca di cibo tra le fronde degli alberi.

Proseguendo lungo il sentiero ci si addentra nel classico bosco misto di latifoglie, in cui si incontrano anche specie tipiche di quote più elevate, come la betulla (Betula pendula) e i maestosi faggi (Fagus sylvatica) dal fusto argenteo. Qua e là si innalzano i primi esemplari di pino silvestre (Pinus sylvestris), che ricopre la fascia più alta di monte Morone.

Terminato il sentiero alto, si raggiunge la valéta, crocevia dei sentieri che portano a Cagno (destra), sul monte Casnione e alla Madonna del Fontanino (diritto) e a Malnate (sinistra).

L’itinerario prosegue a sinistra, attraversando la zona umida delle sorgenti del Fugascé. Compaiono infatti essenze tipiche di questo ambiente, come l’ontano nero (Alnus glutinosa) e il pioppo (Populus sp.). Dopo pochi metri, una deviazione sulla destra porta alla sorgente bassa, immersa in una bellissima ontaneta, dove un pannello didattico presenta le specie animali e vegetali presenti nei dintorni.

Alle sorgenti del fugascè
Sorgente bassa: pannello illustrativo

Lasciato il corso del Fugascé e le sue sorgenti, si entra in quella che in passato era una fiorente coltivazione della vite, che nell’800 ricopriva i versanti assolati del Monte Casnione, prima di essere dedicata a foraggio e castagne. Sulla destra del sentiero si notano ancora i ciglionamenti lungo i pendii.

Lasciato alle spalle il bosco, si raggiunge il serbatoio dell’acquedotto comunale. Percorsa la discesa di via Cavalier Brusa, si rientra all’interno del Parco tornando dopo pochi passi alla Cà di Gambar, da cui l’itinerario ripercorre quello dell’andata, fino alla Gagiada, punto di partenza e arrivo.

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Lunghezza

2,9 km

Difficoltà

Turistico - Escurionistico

Tempo di percorrenza

1 ora

Indicazioni da seguire

511

In treno

dalla Stazione di Malnate si arriva in via Podgora in 20 minuti a piedi

Parcheggi

via Podgora, Malnate

Collegamenti

513-713