Siamo pronti per la nuova stagione degli anfibi?

Febbraio sta finendo e, insieme a lui, anche il “timido” freddo invernale, che, purtroppo, ancora una volta ha fatto fatica ad imporsi in Nord Italia. La siccità continua a non dare tregua, tant’è che molti parlano di “allarme”, con rischi legati anche alla disponibilità di acqua per usi domestici. I cambiamenti climatici sono ormai una pericolosa realtà, che colpisce direttamente l’uomo e le sue attività, in particolare l’agricoltura.

Tuttavia, l’instabilità climatica legata a questi cambiamenti, causa ormai da anni diversi problemi anche agli anfibi: periodi di siccità prolungata tra fine inverno-inizio primavera possono ritardare la fuoriuscita del letargo degli individui, compromettendo, anche parzialmente, la stagione riproduttiva. La siccità primaverile-estiva può causare il prosciugamento delle pozze prima che la metamorfosi delle larve sia stata ultimata. Inoltre, le “relative” alte temperature invernali possono interferire con la spermatogenesi dei maschi in letargo, compromettendone la fertilità.

Sembra però che la situazione nei prossimi giorni e settimane possa leggermente migliorare. La siccità potrebbe essere compensata a marzo, nella prima parte della primavera, per gli effetti del riscaldamento della stratosfera polare. Questo fenomeno, dovrebbe aumentare la possibilità di un aumento della precipitazioni.

Le nostre Guardie Ecologiche Volontarie (G.E.V.) hanno quindi iniziato i lavori per mettere in sicurezza l’imminente migrazione degli anfibi. Infatti, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, ma solo in concomitanze delle piogge, gli anfibi (soprattutto rane e rospi), escono dal letargo trascorso nei boschi, per dirigersi verso i siti riproduttivi, cioè stagni e pozze, compiendo una vera e propria migrazione, anche di svariati km. In un territorio fortemente antropizzato come il nostro, sono molte le strade asfaltate che “tagliano” porzioni di bosco e ostacolano la migrazione degli anfibi, che finiscono spesso vittima del traffico veicolare. Dal 2003, le G.E.V. e l’Ente Parco si occupano di porre rimedio a questo problema, applicando barriere ai margini delle strade in prossimità dei principali stagni, che vengono costantemente monitorate, insieme agli stagni stessi.

Non ci resta quindi che aspettare l’arrivo delle piogge e le conseguenti attività degli anfibi, sperando di goderci anche quest’anno un magico gracidare al chiar di luna.