Il Cervo volante (Lucanus cervus) bandiera della biodiversità forestale

Pubblichiamo con piacere l’articolo che ci invia il prof. Fausto Leandri (Fondazione Lombardia per l’Ambiente al progetto Life IP Gestire 2020 – LIFE 14 IPE/IT/000018) che ci ha accompagnato nelle scorse edizioni dell’evento Quelli della notte – Flying Edition, in programma anche quest’anno la sera del 17 giugno.

 

Il Cervo volante (Lucanus Cervus) bandiera della biodiversità forestale.

Si tratta del coleottero più massiccio della fauna italiana ed europea.

E’ di colore bruno, con tonalità che vanno dal rosso cupo al nero, e può raggiungere negli esemplari maschi dimensioni di 8 cm. Nei maschi la variabilità delle dimensioni del corpo e delle mandibole fa si che si possano distinguere forme ‘minori’, con mandibole più piccole e forme ‘maggiori’ con poderose mandibole sproporzionate rispetto alle dimensioni del capo e simili alle corna del mammifero da cui prende il nome.

Gli adulti di questa specie sono attivi principalmente nei mesi di giugno e luglio, ma i primi esemplari si possono osservare già in maggio. Sono attivi dal crepuscolo  e durante la notte, anche se può capitare, con un po’ di fortuna, di osservarne durante il giorno, magari in alimentazione su frutta matura o sulle ferite di tronchi d’albero da cui fuoriesce linfa, di cui si nutrono. I maschi volano in posizione quasi verticale, sono piuttosto lenti e rumorosi, le femmine invece effettuano voli più brevi e si osservano più spesso a terra, dove si muovono più agilmente.

femmina di cervo volante
femmina di cervo volante

La larva si nutre di legno marcescente, si tratta quindi di un insetto saproxilico (dal greco: sapros=marcio e xylon=legno), e vive infossata nel suolo, sotto le ceppaie o sotto tronchi caduti.

Vive in foreste mature di latifoglie, in pianura e collina, prediligendo boschi in cui vi siano querce; talvolta anche in parchi e giardini di ville storiche in cui siano presenti alberi vetusti.

Come spesso accade per gli insetti, lo stadio di vita larvale ha una durata più lunga rispetto a quello adulto: una larva di cervo volante può impiegare infatti da 3 a 5 anni per svilupparsi, nutrendosi di legno in decomposizione, una volta raggiunte dimensioni sufficienti smette di alimentarsi e forma un bozzolo, all’interno del quale avviene la metamorfosi a cui segue lo sfarfallamento, cioè l’uscita alla luce dell’esemplare adulto, che vive poche settimane, tra la tarda primavera e l’estate.

La presenza di alberi senescenti è spesso considerata un elemento di degrado del bosco e di insicurezza degli ambienti a maggior fruizione, ma il legno morto è soprattutto un microhabitat insostituibile negli ambienti forestali, una risorsa alimentare da cui dipendono centinaia di forme di vita. Solamente tra i coleotteri si contano in Italia oltre 2000 specie legate al legno, tra le quali si annoverano altre specie di grandi coleotteri protetti, come il cerambice della quercia (Cerambix cerdo), il morimo scabroso (Morimus asper), o lo scarabeo eremita (Osmoderma eremita).

Queste ed altri insetti protetti ai sensi della Direttiva Habitat, la principale normativa europea che si occupa della tutela della biodiversità, sono oggetto di un progetto di Citizen Science che consente ai cittadini di raccogliere e fornire segnalazioni: InNat.

Aderendo al progetto tutti possono approfondire le conoscenze sugli insetti protetti in Italia e fornire il proprio contributo per tutelare questi animali e i loro habitat (https://www.innat.unimol.it/).

In un bosco vivo e ‘biodiverso’ convivono in un delicato equilibrio erbe, arbusti, animali, funghi, batteri, alghe, licheni, e chiaramente alberi di ogni età, giovani, maturi, vetusti, in decadimento e morti. La presenza di tutti questi elementi contribuisce alla conservazione della biodiversità boschiva nel tempo. Gli alberi MORTI, dimora di cervi volanti e non solo, sono elementi insostituibili di una foresta VIVA.