Cascina Pagana e chiesa di San Giuseppe – Rescalda

Descrizione

Nella parte meridionale del Percorso Vassallo, sentiero che attraversa i plis del Medio Olona e del Rugareto, uscendo dai boschi sui prati della Cascina Prandona a Rescalda, si incontra la Cascina Pagana e la sua chiesa di San Giuseppe.

Cascina Pagana
Cascina Pagana

Di questa cascina si ha già notizia nel libro delle anime, censimento parrocchiale imposto da San Carlo, del 1574 come Ca’ del Pagano.

Leggendo questo testo colpisce come nessun Pagano abiti detta Cascina e nessun Pagano si trovi nell’allora parrocchia di Rescaldina. Chi era dunque il proprietario della Cascina?

A metà del 1400 troviamo un certo Lazzaro Pagani prevosto a Olgiate Olona e si sa che Rescalda era di quella pieve. Aggiungiamo poi che la Cascina è sempre appartenuta alla Chiesa.

Oppure, seguendo una tradizione che la vuole antico convento, possiamo pensare che proprietario possa essere stato un certo Gerolamo Pagani che nel 1543 era priore della Schola e cappellano di Santa Maria Inscià (Inziata, Cislago). Il padre Giovanni Ambrogio nel 1513 aveva acquistato ben 274 pertiche di terreno di detta Schola, probabilmente confraternita umiliata. Che la Cascina sia un fabbricato di questa Schola? Infondo sia Santa Maria che la Pagana (così è semplicemente chiamata a Rescalda)si trovano sull’antica strada che uscendo da Cislago, attraversava allora il Gradeluso proprio a Santa Maria, il cavo Borromeo/Bozzente nuovo al Guà (guado), Rescalda al Landos (via Landosco) quindi, costeggiava la Pagana ed entrando nel bosco Pagano o della Pagana e Nisciuina (Nizzolina, entrambi in comune di Marnate) giungeva all’Olona poco prima della castellanza di Castegnà (Castagnate frazione di Castellanza).

Di certo la sua costruzione è precedente al 1574 e lo prova un affresco, ora di privati, attribuito alla scuola del Bernardino Luini. Costui coi suoi aiutanti operò nella nostra zona agli inizi del 1500 (Legnano, Saronno, Busto).

Della chiesa di San Giuseppe invece si ha una data certa : 1715. Si sa infatti che morendo nel 1713 il parroco Gornato lasciò i terreni della Cascina alle famiglie Guzzetto e Raimondi affinchè edificassero una chiesa in onore di San Giuseppe, facessero celebrare una messa settimanale in suffragio e ricavassero nella cascina un locale dove ospitare un frate che era solito passare durante la sua opera di cerca.

Cascina Pagana
Cascina Pagana: chiesa di San Giuseppe

Anche qui la tradizione però ci racconta un’altra storia : non si tratta di una nuova chiesa ma di un ampliamento di una eretta in precedenza per grazia ricevuta. Si sostiene addirittura che il campanile sia ancora di quello precedente. Quale grazia ricevuta ? Aver preservato il paese dalla peste manzoniana.

Cosa c’è di vero ? Il Manzoni stesso, anzi addirittura le sue fonti, ci possono dare una mano a scoprirlo. In un manoscritto, che si suppone aver ispirato ‘I promessi sposi’, che si può leggere in Giovan Battista Lupi ‘La peste del 1630 a Busto Arsizio’ edizione del Comune di Busto a cura di Bertolli e Colombo (1990), appare un certo Pietrantonio Prandone che porta soccorso con i rescaldesi agli appestati di Busto. ‘’Pietr’Antonio Prandone, sacerdote nostro patrizio, fugito da Busto per il sospetto morbo contagioso due giorni avanti prima che fosse sospeso…’’ e Rescalda ‘’Cassina assediata’’ assediata nel senso che ormai la peste aveva colpito i paesi confinanti (ma non Rescalda !). La cronaca prosegue elencando i paesi che vengono appestati (ma in questo elenco non compare Rescalda) e dei signori che cercano rifugio lontani dalla città.

Stando a questo racconto non c’è traccia di peste a Rescalda (è da notare come tutti i paesi vicini abbiano un lazzaretto ma effettivamente non Rescalda !). In più i curatori della ristampa del 1990 han fatto una ricerca su questo reverendo Prandone scoprendo che morirà nel 1653 e non certo quindi di peste. In più sembra che abbia acquistato, dove già aveva una cassina, un bosco e una vigna proprio nel 1630 (3 gennaio) da tal mastro Paolo Raimondi…che sia l’unico Paolo di Raimondo che appare abitare la cascina nello stato delle anime del 1574 ? Ancora oggi vicino alla Pagana c’è la cascina Prandona, da sempre appartenuta alla famiglia Prandoni di Busto. Per il catasto questa cascina è successiva alla peste (1700 circa) ma certo Pietr’Antonio Prandoni ne può essere il fondatore.

Quindi non sappiamo se a Rescalda venne la peste o meno ma sicuramente uno scampo’ a quel morbo e quindi, secondo la tradizione, potrebbe aver eretto la primitiva cappella dedicata a San Giuseppe di cui ora sopravvive, sempre secondo tradizione, il campaniletto. Non è un caso poi che la pala d’altare, di cui non si ha datazione, sia una Sacra Famiglia un po’ sui generis. Se si guarda bene, nei colori sbiaditi, si intravvede un castello lontano e diversi angeli. Verrebbe da pensare agli angeli che popolano i sogni di San Giuseppe e in particolare quelli che lo avvertono di fuggire da Gerusalemme, là sul fondo. Da poco Busto aveva abbattuto le sue mura e quindi il nostro presule fuggiva non dalla strage di Erode ma della peste. Ebbene proprio nella Cascina appartenuta alla famiglia Prandoni fino a poco tempo fa era rappresentata un’altra fuga in Egitto quasi che questa rappresentazione fosse diventata cara alla famiglia ‘patrizia’ .

Probabilmente questo miracolo poi non fu caro solo alla famiglia Prandoni ma probabilmente anche alla popolazione della pieve e della Valle Olona. Infatti al legato del reverendo Gornato che permetterà l’edificazione della nuova chiesa si aggiungono anche quelli di un certo Giovanni Gaspare e dei fratelli Pusterla di Lonate (Ceppino) probabilmente notai.

In più le somiglianze della nostra chiesa (specie nell’altare) a Santa Maria alla Fonte presso il Castello di Venegono Superiore, appena restaurata (1678) ci fa pensare come probabilmente vi lavorarono le stesse maestranze se non addirittura lo stesso ingeniere Giulio Buzzi. Di costui non si sa molto se non che in quegli anni venne a lavorare nelle nostre zone, chiamato ad ultimare la Via del Rosario al Sacro Monte di Varese (sua si pensa l’ultima cappella e i tre archi introduttivi ai vari misteri).

La massiccia emigrazione dovuta al boom economico ha sconvolto le tradizioni di tutti i paesi dell’hinterland di Milano e quindi mandato nel dimenticatoio anche la leggenda della nostra chiesina, ma qualcosa è rimasto nella memoria collettiva della gente anziana non solo di Rescalda ma anche della valle Olona intera.

Nel 2010 infatti San Giuseppe alla Pagana partecipa al concorso i Luoghi del cuore del FAI e molte sono le firme raccolte da cittadini di Castellanza, Marnate, Gorla Minore e Gorla Maggiore, segno che conoscono questa chiesa, tanto che risulta il primo luogo della provincia di Milano e addirittura terzo della Lombardia.

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Autore

Flavio Airoldi