Nel PLIS Valle del Lanza una nuova casa per la rana di Lataste

Descrizione

Un’area umida “ridisegnata” per favorire la presenza della rana di Lataste: nuovo intervento dopo quello per il Pelobate Fosco a vantaggio e protezione degli anfibi che popolano le aree boschive gestite dal Parco Pineta.

La rana di Lataste colonizzando aree più basse in quota, rispetto ad altri anfibi, vede la sua distribuzione circoscritta alle pianure che vengono utilizzate in maniera intensiva dall’uomo, rendendola così strettamente sensibile alla perdita dei siti di riproduzione e degli habitat. Proprio per questo motivo simili azioni all’interno dei siti interessati dalla loro presenza sono di primaria importanza, purché eseguite con scrupolo e nel rispetto dell’ecologia della specie.

L’intervento è stato eseguito nella porzione di Parco Valle del Lanza sul territorio del Comune di Solbiate con Cagno. E’ stata formata e risagomata un’area umida per favorire la presenza della rana di Lataste: lievi pendenze delle rive per facilitarne l’accesso in acqua e viceversa, una canalina per intercettare le acque sorgive, una soglia da realizzare con tecniche di ingegneria naturalistica per la regolazione dei livelli idrici, mantenimento della vegetazione preesistente per consentire l’ancoraggio delle uova e un inserimento paesaggistico il più naturale possibile.

Passerella accesso Lavatoio di Cagno
Passerella accesso Lavatoio di Cagno

 

Cartello Stagno
Cartello Stagno

L’obiettivo del progetto è stato quello di aumentare il successo riproduttivo della specie, favorire l’instaurazione di popolazioni più numerose e stabili della specie stessa, e ridurre l’inbreeding (ripetuti incroci fra soggetti consanguinei), favorendo le migrazioni di soggetti dalle popolazioni più vicine.

Gli interventi sono stati realizzati grazie al finanziamento in ambito al progetto LIFE14 IPE/IT/018 – Gestire 2020 – Nature Integrated Management to 2020. La nuova area umida è stata realizzata dal Parco in collaborazione con i proprietari, con l’obiettivo di tutelare “specie prioritarie” (come, appunto, la rana di Lataste): sono tali piante o animali che per diverse ragioni, come ad esempio la perdita dell’habitat per cause dipendenti dalle attività umane o perché con popolazioni tipiche ed esclusive di alcuni territori, versano in uno stato di conservazione sfavorevole necessitando di interventi urgenti di salvaguardia.

Gli interventi hanno intercettato le acque superficiali, provenienti sia in modo disordinato dal versante sia dallo storico lavatoio, che alimentano lo stagno prima di gettarsi nella roggia, parte del reticolo idrico minore