La Madonna delle formiche

‘Sta’ cheto che qui non incontrerai nessuno che ti sbarri il passo, per farti pagare a contanti le sensazioni’ (Stoppani ‘Il bel paese’)*

Queste parole ben si addicono a tutti coloro che giornalmente frequentano spontaneamente il nostro Parco. Ben si addicono però anche a coloro che han scelto le guardie ecologiche come guide (ricordiamo che basta chiedere al Parco o scrivere a prenotazioni@parcopineta.org).

Così domenica 12 febbraio, su invito di chi ha già usufruito di questo servizio (‘a passeggio nel Parco’), abbiamo ripreso a camminare, così, per sgranchirci le gambe. Per iniziare una cosa leggera, ma il tam tam dei social ha fatto sì che all’appuntamento delle 9 alla Madonna delle Vigne si ‘prenotassero’ quasi una trentina di persone.

Con calma, chiacchierando e facendo conoscenza tra di noi, siamo saliti fino alla cosiddetta Madonna delle Formiche a Locate Varesino dove ci aspettava una gradita sorpresa. Fra di noi c’era una nuova amica, proprio del posto, che ci ha svelato l’arcano di quell’angolo di bosco.

Madonna delle formiche a Locate Varesino

‘E’ un altare che i ragazzi hanno eretto a ricordo del loro prete dell’oratorio, Don Augusto Gianola, che era solito portarli qui, ‘dove ci sono le formiche’, in mezzo ai boschi’.

La sorpresa più grande però è stata quando ho contattato di nuovo Cristina per farmi dare qualche notizia in più, per stendere queste quattro righe. Ho ricevuto invece due pagine di biografia, svelandomi la ricchezza di questo personaggio (cercate pure su internet !) e, di riflesso, l’importanza della Madonna delle Formiche.

Dom (sì proprio Dom) Augusto Gianola è nato nei pressi di Lecco nel 1930. Studia nel Seminario di Venegono Inferiore e nel 1953 viene ordinato sacerdote. Dal ’54 al ’61 è all’oratorio di Locate Varesino e comincia a frequentare la nostra ‘foresta’, come tutti noi, e ci porta i bambini di Locate come se fosse una guardia ecologica antelitteram.

Chissà se queste camminate nella natura quasi incontaminata avranno influenzato le sue scelte! Non sarà certo un caso che quando Dom Augusto viene spostato da Locate, esprime il desiderio di partire come missionario, partire per l’Amazzonia.  Nel 1963 arriva a Parintins (stato brasiliano di Amazonas) e lì incomincia la sua nuova vita a fianco dei poveri, condividendone lo stile di vita (vive nelle baracche di fango e paglia come le loro e si ammala – ma riesce a guarire – di lebbra come loro)

La Natura è però anche contemplazione e, a un certo punto, si isola nella foresta come un eremita. Prova la vita monacale ma non fa per lui, meglio il suo eremo in mezzo agli alberi. Qui lo scova nel 1989 Enzo Biagi che lo fa conoscere in televisione.  Sono però gli ultimi momenti di vita perché l’anno successivo gli verrà diagnosticato un cancro al cervello e nonostante le cure che gli verranno somministrate in Italia, morirà nella sua Lecco il 24 luglio 1990.

Quando vi capiterà di passare presso quel piccolo altare perciò guardate la foto che c’è su quel ceppo e cercate anche voi sulle fronde che mormorano lì intorno, le ‘sensazioni’ che han portato lontano Dom Augusto, lontano da quell’oratorio dove è vissuto e ha insegnato ad amare il bosco a tutti noi.

Flavio

 

*l’abate Stoppani fu fra i primi docenti del Politecnico e coofondatore del museo di storia naturale di Milano oltre che iniziatore della raccolta che porta il suo nome custodita presso il Seminario di Venegono Inferiore