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Nome
Alauda arvensis, Skylark
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Descrizione
L’allodola è un uccello passeriforme che pesa massimo 45 grammi ed è lunga meno di 20 centimetri da adulta. Ciò non toglie che la sua apertura alare non arrivi a 36 centimetri. Le sue piume sono marrone chiaro, di fondo, e presentano degli inserti color grigio scuro o nero, soprattutto nella parte superiore, mentre quelli nella parte inferiore sono più chiari e meno evidenti.
Quando è in allarme, spunta un piccolo ciuffo erettile. La coda e la parte posteriore delle ali sono bordate di bianco, quando vola sono più in evidenza e si vede quanto sono corte anche rispetto all’esile corpo. Non c’è una grande differenza tra maschi e femmine di questa specie che vive in piccoli branchi.
Quando vola batte le ali con disinvoltura e fa in modo di arrivare ad alta quota, a un centinaio di metri in altezza, per poi tornare a terra con le ali chiuse. Le apre solo quando ha raggiunto quasi la superficie terrestre. Quando è con le zampe per terra, sa camminare e saltella abbastanza agevolmente, con il corpo in posizione orizzontale.
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Habitat
Ambienti aperti, camoi, margini di siepi
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Alimentazione
La dieta delle allodole è basata soprattutto su vegetali, in particolare sui semi, sui germogli e sulle foglie che trova nel suo habitat naturale. Nel periodo riproduttivo possono essere inseriti anche degli insetti che aiutano a crescere anche i piccoli appena nati, che non hanno ancora abbandonato il nido. Una stranezza è la presenza della cicuta nella dieta di questi uccellini, è una pianta tossica per l’uomo ma non per loro che se ne cibano soprattutto durante la primavera.
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Riproduzione
Il nido delle allodole viene spesso creato in zone che la facilitano, in conche naturali del terreno che lei “arreda” in modo che possano accogliere tra marzo e agosto le uova prodotte dalla femmina (da 3 a 6) che all’esterno sono grigio-biancastre ma con tantissime macchie marrone-verdino e bruno. Il periodo della cova dura massimo una dozzina di giorni, poi nascono i piccoli che vengono nutriti anche dal maschio. In tre settimane sono capaci di volare.
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Curiosità
L’allodola, nome scientifico Alauda arvensis, ha l’abitudine di cantare proprio quando spicca il volo verso l’alto alle prime luci dell’alba. E’ certamente questo che la rende particolarmente cara a molti in cerca di poesia fin dall’inizio della giornata. Anche prima di Shakespeare, l’allodola è stata protagonista di storie e leggende che ancora oggi risultano affascinanti e ci raccontano il rapporto stretto che c’è sempre stato tra l’uomo e questa esile ma tenace creatura. Nella mitologia nordica l’allodola è custode dei campi e spirito del grano, incantava gli antichi con il suo unico e originale modo di volare che l’ha resa messaggera degli dei, uccello capace di unire terra e cielo, simbolo dell’immortalità dell’anima. Troviamo le allodole anche in alcuni antichi testi indiani come simbolo di saggezza e spiritualità In sanscrito si dice bharadvaja, il suo nome, e significa “colui che canta”. Nelle narrazioni di Plutarco sull’invasione di locuste nell’isola di Lemno, furono allora le allodole a salvare gli uomini mangiando le uova degli insetti diventando così un simbolo del bene che prevale sul male. Anche il buon San Francesco, che parlava con gli uccelli, aveva a cuore le allodole e alla sua morte si dice se ne presentarono a centinaia sopra la sua casa. Cambiamo stile e parliamo di Charles Baudelaire che ha dedicato dei versi a questi uccelli, perché li invidiava per via della loro capacità di levarsi sopra il mondo e capirne i segreti: “Felice chi può con un colpo d’ala vigoroso slanciarsi verso campi luminosi e sereni; colui i cui pensieri, come allodole, verso i cieli al mattino spiccano un volo – che plana sulla vita e comprende senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute.”
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Autore
Paola Cassina