A circa due mesi dalla semina primaverile, le superfici ripristinate nel Parco dei Mughetti cominciano a mostrare i primi incoraggianti segnali di rinascita ecologica. Un paesaggio agrario più ricco, connesso e funzionale per gli impollinatori: è questo l’orizzonte che ha guidato il progetto In.Seeds nelle prime azioni di campo attuate a Gerenzano e Uboldo.
Gli interventi agroecologici, conclusi a inizio primavera nel Parco dei Mughetti, disegnano oggi un reticolo di prati stabili, filari alberati e piccole macchie arbustive capace di aggiungere nuova complessità ecologica a un territorio fortemente plasmato dall’agricoltura intensiva. Il quadro che emerge dal sopralluogo tecnico conferma l’efficacia delle linee d’azione attuate in punti strategici per ricucire il paesaggio agricolo‑forestale del territorio.

Prati stabili da fiorume autoctono
Su 1,15 ettari di superficie complessiva destinata a prato, la semina è avvenuta impiegando fiorume raccolto nell’ambito del progetto In.Seeds, nei prati tra le province di Como e Varese: si tratta di una raccolta di semi, ricavata mediante spazzolatura di vecchi prati ricchi di specie e arricchita con semi di fiori autoctoni. L’uso del fiorume permette di reintrodurre genotipi adattati al clima padano e di innescare, in pochi anni, fioriture scalari preziose per api, bombi e farfalle. Una gestione a due sfalci annui garantirà la produzione di fieno senza compromettere la fase di fioritura e disseminazione.

Ad oggi, i rilievi sul campo hanno registrato buoni risultati di copertura e la comparsa delle prime plantule di carota spontanea (Daucus carota), achillea (Achillea millefolium), margherita comune (Leucanthemum vulgare) e piantaggine (Plantago lanceolata). L’attuale presenza di infestanti primaverili, fisiologica in questa fase, sarà contenuta con sfalci di manutenzione estivi.
Connessioni lineari e nodi arbustivi
Ricostruire la complessità ambientale con elementi naturali, significa offrire rifugio, alimentazione e facilità di spostamento per corridoi di volo a pipistrelli e avifauna. Nel prato di Gerenzano, un filare di piante di gelso e melo selvatico (Morus nigra e Malus sylvestris) di 150 metri ricostruisce il pattern paesaggistico un tempo tipico della pianura e ad Uboldo, due macchie arbustive di biancospino, ligustro e pruno selvatico (Crataegus monogyna, Ligustrum vulgaris e Prunus spinosa) ampliano la gamma di microhabitat per la fauna. Dopo quasi due mesi dalla piantumazione, possiamo confermare l’attecchimento completo di tutte le piante.
Gli interventi godono inoltre di supporto continuo: nei mesi più caldi verranno effettuate irrigazioni di soccorso, se utili per superare stress idrici prolungati, e nel primo anno è previsto un unico sfalcio tardivo, seguito da una gestione come prato stabile a fienagione che verrà affidata alle aziende agricole locali. Questa continuità gestionale è cruciale per consolidare il capitale biologico introdotto e far sì che i prati diventino, nel medio termine, habitat ad elevata ricchezza floristica.
L’avvio positivo delle attività conferma la validità di un approccio che combina tecniche agronomiche tradizionali, come l’impiego del fiorume, con una pianificazione mirata alla sostenibilità. Sarà però la fauna a far pendere l’ago della bilancia sull’efficacia dell’intervento: transetti per lepidotteri, ortotteri e bombi, punti d’ascolto per l’avifauna e registrazioni ultrasoniche per i chirotteri sono già stati effettuati prima delle azioni sul campo. Nel 2026 questi rilievi verranno replicati e consentiranno un confronto e una valutazione della risposta della fauna agli interventi effettuati.
In un contesto dove i prati stabili tendono a scomparire, gli interventi di In.Seeds rappresentano un investimento a lungo termine per la biodiversità e per la resilienza del paesaggio agricolo dell’Alta Pianura Lombarda.
In.Seeds è un progetto di Istituto Oikos, possibile grazie al supporto di Fondazione Cariplo e Comune di Castelnuovo Bozzente, in collaborazione con Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, Parco dei Mughetti e Parco Regionale del Monte Barro.