Il villaggio di San Bartolomeo al Bosco, già Vignate

Descrizione

San Bartolomeo al Bosco è la denominazione di un’attuale frazione di Appiano Gentile posta nel cuore dell’ampia regione boschiva della Parco della Pineta. Si tratta di un minuscolo villaggio, oggi posto in una posizione piuttosto isolata, sebbene in epoca antica e medioevale si trovasse sulla strada Como – Castel Seprio – Novara, una delle direttrici principali dei commerci verso oltralpe.

San Bartolomeo al Bosco
L’abitato di San Bartolomeo al Bosco visto dalla strada. Foto: Matteo Colaone

Attualmente si raggiunge percorrendo la strada Appiano – Tradate, svoltando a sud e percorrendo un breve tratto di sterrato che immette nel nucleo. Esso consiste nella chiesa di S. Bartolomeo e in alcuni edifici residenziali corrispondenti all’antica cascina; nella zona immediatamente circostante vi sono altre abitazioni e aziende agricole di più recente costruzione.

 

Vicende storiche

Per tutto il Medioevo il villaggio è stato conosciuto come Vignate, toponimo poi lentamente obliatosi, e sostituito col nome del santo cui la chiesa del paese era dedicata. In effetti la storia dell’abitato è legata a doppio filo con le vicende ecclesiastiche del capitolo lì istituito nel XII secolo. Questo raccolse una serie di donazioni provenienti da famiglie possidenti dei luoghi circumvicini, consistenti in terreni, mulini, decime poste principalmente in Valle Olona e a Tradate.

Vignate era dunque abitato da una piccola comunità contadina e da un gruppo di canonici dell’ordine degli agostinani, insediatasi nel luogo in cui già esisteva una cappella, molto probabilmente edificata su un precedente fanum romano, a sua volta originato da un centro di culto celtico insubre, come ha ipotizzato lo storico Luciano Golzi Saporiti.

Lo stesso autore ha individuato l’etimologia del luogo, che non ha a che fare con la “vigna”, ma – similmente al Vignate in provincia di Milano  e ai più vicini Veniano, Binago, Vinago, è collegabile alla radice veno-, veni- “tribù, famiglia”: era dunque “la terra della famiglia”.

Nel 1470 il Capitolo del Duomo, che era proprietario del villaggio, lo diede in gestione alla famiglia Pusterla in cambio di una donazione annuale, pure mantenendone il dominio fino al 1799.

Nel 1751 vi risiedevano soli 37 abitanti e il Comune era rappresentato da un console. Nel 1760 ai Pusterla subentrarono i Sopransi. Nel 1771 al Comune fu annesso quello di Cassina Fontana, salendo così a 92 residenti, ridiscesi a 73 nel 1784.

Durante l’Ottocento il Comune fu brevemente soppresso durante l’età napoleonica, ma ripristinato col la Restaurazione; sarà unito con Appiano Gentile all’indomani dell’Unità d’Italia.

Geolocalizzazione

Autore

Matteo Colaone